Dignità, Onestà e Coerenza prima di tutto: perché mi sono dimesso dal Comites di Singapore

Cari membri della comunità italiana di Singapore,

È con profondo rammarico che vi comunico la mia decisione di rassegnare le dimissioni immediate dal Comites di Singapore. Vorrei condividere con voi le ragioni che mi hanno portato a questa scelta difficile ma, a mio avviso, necessaria per mantenere la mia integrità e coerenza personale.

I Fatti Antecedenti

Il 23 febbraio 2022 ho partecipato a una riunione straordinaria del Comites di Singapore avente come oggetto la “Richiesta ad Andrea Monni e Cecilia Sava di riferire all’Assemblea circa i contenuti della trasmissione Report del 19/01/2022”. La riunione mirava a ottenere chiarimenti dal Presidente Andrea Monni e dalla componente dell’Esecutivo Cecilia Sava su eventuali coinvolgimenti nella vicenda riportata dalla trasmissione di RAI3, REPORT.

Al termine dei lavori dell’Assemblea, come previsto per legge, l’allora segretario del Comites, Valentina La Volpe, ha stilato il verbale della riunione. Tuttavia, nel verbale mancavano alcune richieste fondamentali, che è possibile verificare nel video integrale della riunione.

Ecco le omissioni chiave:

  1. La mia richiesta che tutti gli interventi fossero messi a verbale “parola per parola”, alla quale sia l’allora Presidente Monni sia il segretario La Volpe avevano assicurato che sarebbe stata rispettata, dicendo: “tanto è anche registrato”.
  2. La trascrizione degli interventi di Andrea Monni e Cecilia Sava “parola per parola” come da me richiesto.
  3. La richiesta del consigliere Bruno Liotta di mettere a verbale che “se c’è una lettera che riguarda il Comites va passata a tutti quanti”.

Quando ho ricevuto la bozza preliminare del verbale il 23 marzo 2022, ho subito notato che queste parti mancavano e ho chiesto al segretario di emendare il documento per renderlo fedele ai fatti e alle richieste espresse durante la riunione.

Nonostante uno scambio di e-mail in cui la signora La Volpe ha reiterato che considerava il verbale fedele a ciò che era stato detto e conforme al regolamento, le mie richieste di emendamento sono state ignorate. La versione finale del verbale, non fedele a quanto discusso, è stata poi sottoposta all’approvazione dell’Assemblea e approvata.

Alla riunione hanno assistito vari testimoni, tra cui Omar Bassalti, Simone Centola, Monica Fontanesi, Ludovica Girardo, Bruno Liotta, Massimo Marotta, Andrea Monni, Cecilia Sava e Marco Zucchet.

Di fronte a questa situazione, mi sono visto costretto a sporgere formale querela contro la signora La Volpe.

La Querela e l’Archiviazione

Recentemente ho ricevuto una comunicazione dal Tribunale della Repubblica di Roma riguardante la richiesta di archiviazione (a loro dire contro ignoti mentre io ho chiaramente specificato il nome della pesona che stavo querelando) della querela che avevo presentato contro il segretario del Comites, Valentina La Volpe, per i fatti accaduti durante la riunione del 23 febbraio 2022. Questa decisione della Procura della Repubblica di Roma, che considero un vero e proprio “insabbiamento”, ha dimostrato chiaramente l’impossibilità di svolgere efficacemente le mie funzioni di controllo all’interno del Comites per conto della comunità Italiana e per conto dello Stato.

Non mi aspettavo certo una condanna severa, ma ritenevo doverosa una qualche forma di censura sui comportamenti che violavano palesemente l’articolo 479 del codice civile. Questa decisione mina la credibilità delle nostre istituzioni, fornendo “carta bianca” a chiunque desideri agire al limite o al di fuori della legalità e rendendo di fatto impossibile perseguire qualsiasi tipo di illegalità ed abuso.

Le Assurde Richieste della Procura

L’assurdità della situazione è accentuata dalla richiesta di recarmi personalmente a Roma per prendere visione della documentazione ed eventualmente oppormi alla loro decisione. Considerando che i membri del Comites non ricevono alcuna forma di retribuzione, affrontare spese personali significative per un viaggio simile è semplicemente ridicolo e demotivante. Perché “farsi il sangue amaro” per cercare di far funzionare il Comites e mantenerlo nell’alveo della legalità quando poi alle istituzioni non interessa nulla di cosa succede? Cui prodest?

Mancanza di Interesse da Parte delle Istituzioni

Sembra evidente che alle istituzioni italiane non importi realmente cosa facciano o come operino i Comites, che – ricordiamolo – sono enti dello Stato che gestiscono soldi delle tasse che noi cittadini paghiamo.
Questa mancanza di interesse e supporto rende ancora più difficile il nostro lavoro di controllo, specialmente quando ci troviamo a dover affrontare situazioni di ingiustizia senza alcun sostegno da parte di chi dovrebbe intervenire.

Un Gesto di Coerenza

Dimettermi, quindi, è stato l’unico atto di protesta rimastomi per essere coerente con la mia linea di pensiero. Non posso operare in piena onestà se ogni tentativo di sottolineare comportamenti non conformi alla legge viene ignorato o insabbiato. Le mie dimissioni non devono essere viste come un gesto di resa, ma come un forte segnale di denuncia contro l’inefficienza e l’ingiustizia che minano la credibilità delle nostre istituzioni.

Un Appello alla Comunità

Rivolgo un appello a tutti voi, membri della comunità italiana di Singapore: è necessario continuare a vigilare e a lottare per un Comites che operi nel rispetto delle leggi e dei principi di trasparenza e giustizia. Solo così potremo mantenere alta la nostra credibilità e garantire un futuro migliore per tutti noi.

Ringrazio sinceramente tutti coloro che mi hanno sostenuto e che continueranno a sostenere la nostra comunità. Le mie dimissioni sono un atto di protesta, ma anche un invito a non abbassare la guardia e a continuare a lottare per i valori in cui crediamo.

Con stima e affetto,

Aniello Castellano

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