Richiesta di Misure Disciplinari contro la Giornalista Stefania Lapenna

Il recente match di Serie A tra Cagliari e Napoli ha scatenato una serie di polemiche, non solo per gli eventi sul campo, ma soprattutto per le parole utilizzate dalla giornalista Stefania Lapenna in un articolo successivo alla partita. Le sue dichiarazioni sui social media, accompagnate da commenti denigratori e generalizzanti, hanno profondamente offeso la comunità napoletana. Come napoletano, ritengo doveroso chiedere all’Ordine dei Giornalisti della Sardegna di intervenire, poiché tali parole sono inaccettabili in una professione che dovrebbe promuovere informazione responsabile e rispetto.

I Fatti: L’Articolo Incriminato

Dopo la partita tra Cagliari e Napoli, Stefania Lapenna ha scritto un articolo in cui esprimeva la sua indignazione per il lancio di petardi verso la Curva Sud, occupata da famiglie e bambini. Tuttavia, invece di limitarsi a condannare tali atti, ha usato espressioni come “Vergogna napoletana” ed ha aggravato la situazione con un ulteriore commento – poi rimosso – nel quale definiva i napoletani “monnezza da quando siete nati” e “camorristi”.

Questo tipo di linguaggio non solo è inappropriato ed inaccettabile, ma rafforza stereotipi pericolosi e infondati, danneggiando l’immagine di una città e dei suoi cittadini.

Condanna della Violenza, Ma Non delle Generalizzazioni

Sono pienamente consapevole del fatto che atti di violenza (da qualunque parte essi provengano), come quelli avvenuti durante la partita, debbano essere condannati con assoluta fermezza. Tuttavia, trovo inaccettabile che simili atti, compiuti da una minoranza di individui criminali ed irresponsabili, vengano utilizzati per attaccare e denigrare una comunità intera, mettendo in cattiva luce migliaia di cittadini napoletani onesti, che non meritano di essere associati a stereotipi negativi o a generalizzazioni.

Il fatto che un gruppo ristretto di persone si sia reso responsabile di comportamenti inaccettabili non giustifica in alcun modo l’uso di espressioni che colpiscono e insultano una città intera. Migliaia di napoletani onesti, rispettosi e laboriosi non devono essere accomunati a una minoranza di individui irresponsabili.

Perché Questo è Inaccettabile

L’uso di stereotipi è pericoloso e alimenta un clima di odio e divisione, soprattutto quando diffuso da un giornalista, che ha la responsabilità di fornire informazioni accurate e rispettose. Napoli è una città complessa, con una ricca storia e una popolazione diversificata che merita rispetto. I giornalisti devono distinguere tra atti isolati di criminalità e l’immagine di un’intera comunità.

Violazioni del Codice Deontologico

Le affermazioni della giornalista sembrano violare diversi principi fondamentali del Codice Deontologico dei Giornalisti, tra cui:

  • ART. 5 – Diritto all’informazione e dati personali: Stefania Lapenna ha mancato di garantire il rispetto della dignità della comunità napoletana, diffondendo pregiudizi e generalizzazioni.
  • ART. 9 – Tutela del diritto alla non discriminazione: Frasi come “monnezza” e “camorristi” violano il principio di non discriminazione basata sull’origine geografica e promuovono stereotipi negativi.
  • ART. 8 – Tutela della dignità delle persone: Utilizzando un linguaggio offensivo, la giornalista ha leso la dignità di una comunità intera.

Richiesta di Misure Disciplinari

Come cittadino napoletano, sono profondamente offeso dalle dichiarazioni di Stefania Lapenna e credo sia necessario che l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna intervenga con misure disciplinari. Il giornalismo dovrebbe informare, non denigrare o alimentare l’odio. Mi aspetto che l’Ordine prenda seriamente questa vicenda e valuti le conseguenze delle parole di Lapenna in conformità al Codice Deontologico.

Invito all’Azione: Facciamo Sentire la Nostra Voce!

Se anche tu ritieni che le parole della giornalista siano inaccettabili e lesive della dignità della comunità napoletana, ti invito a unirti a questa causa.

Ecco cosa puoi fare per agire:

  • Condividi questo post sui tuoi social media per diffondere la consapevolezza sull’accaduto.
  • Esprimi la tua opinione nei commenti per far sentire la tua voce contro il linguaggio divisivo.
  • Scrivi all’Ordine dei Giornalisti della Sardegna per chiedere che vengano adottate misure disciplinari contro la giornalista.

Il giornalismo ha un grande potere, ma deve essere esercitato con responsabilità. Le parole contano, e l’uso irresponsabile di esse non può essere tollerato. Come napoletani, chiediamo rispetto per la nostra comunità e un’informazione giusta, priva di pregiudizi. Facciamo sentire la nostra voce contro il linguaggio che divide e per un giornalismo etico e rispettoso.

Insieme possiamo fare la differenza.

Testo della mail (tracciata)



Spett.le Ordine dei Giornalisti della Sardegna,

Mi chiamo Nello Castellano, sono un cittadino napoletano residente all’estero e mi rivolgo a voi in merito ai recenti commenti pubblicati sui social dalla giornalista pubblicista Stefania Lapenna, che hanno suscitato in me, come in molti altri concittadini, un profondo senso di offesa e indignazione.

I fatti risalgono al 16 settembre 2024, dopo la partita di calcio Cagliari-Napoli, durante la quale la giornalista ha pubblicato un tweet nel quale denunciava il lancio di petardi verso la Curva Sud. Pur riconoscendo la gravità di questi atti criminali, il modo in cui la Lapenna ha espresso il proprio giudizio, utilizzando termini come “Vergogna napoletana” e facendo riferimento al Vesuvio, ha generato una generalizzazione ingiustificata e offensiva nei confronti dell’intera comunità napoletana. Successivamente, la giornalista ha aggravato la situazione con un ulteriore commento – poi rimosso – nel quale definiva i napoletani “monnezza da quando siete nati” e “camorristi”.

Sono pienamente consapevole del fatto che atti di violenza, come quelli avvenuti durante la partita, debbano essere condannati con fermezza. Tuttavia, trovo inaccettabile che simili atti, compiuti da una minoranza di individui irresponsabili, vengano utilizzati per attaccare e denigrare una comunità intera, mettendo in cattiva luce migliaia di cittadini napoletani onesti, che non meritano di essere associati a stereotipi negativi o a generalizzazioni.

Le parole della giornalista violano, a mio avviso, diversi articoli del Codice Deontologico dei Giornalisti, in particolare:

  • ART. 5 – Diritto all’informazione e dati personali: La giornalista ha mancato di garantire il rispetto della dignità e della correttezza dell’informazione, diffondendo giudizi generalizzati che colpiscono un’intera comunità senza fondamento.
  • ART. 9 – Tutela del diritto alla non discriminazione: L’uso di espressioni come “monnezza” e “camorristi” è lesivo dei diritti di non discriminazione per origine geografica e alimenta stereotipi inaccettabili.
  • ART. 8 – Tutela della dignità delle persone: Lapenna ha utilizzato un linguaggio che lede la dignità dei napoletani, associandoli ingiustamente a comportamenti criminali.

In quanto cittadino italiano e napoletano, mi sento profondamente offeso dalle affermazioni della giornalista, che danneggiano la nostra immagine e alimentano tensioni sociali basate su pregiudizi. Chiedo pertanto che l’Ordine dei Giornalisti della Sardegna valuti l’adozione delle opportune misure disciplinari nei confronti della signora Lapenna, in base alle violazioni del Codice Deontologico, affinché episodi del genere non si ripetano e venga ristabilito il rispetto della professione giornalistica e dei diritti delle persone.

Resto in attesa di un vostro cortese riscontro e vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione riservata a questa importante questione.

Cordiali saluti,Nello Castellano

c/c : organi di stampa e social.

1 thought on “Richiesta di Misure Disciplinari contro la Giornalista Stefania Lapenna”

  1. Per me bisognerebbe fare querela collettiva e richiesta risarcimento danni da evolvere in beneficenza e farla subito dandone anche ampio risalto su media e social media anche se non ci vogliono dare ascolto….intasare le procure di tutta Italia con querele e farle diventare un caso con interrogazione parlamentare

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